VENEZIA – Il Veneto sta vivendo una nuova ondata di emigrazione giovanile. Secondo i dati della Fondazione Nordest, nel 2023, ben 3.759 giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato la regione per trasferirsi all’estero. Questo dato, secondo solo alla Lombardia, è particolarmente significativo se rapportato alla popolazione del Veneto, che è circa la metà di quella lombarda.
Se si analizzano i dati ISTAT tra il 2011 e il 2023, emerge che il Veneto ha perso complessivamente 34.896 giovani, l’80% dei quali si è trasferito in paesi dell’Unione Europea. Anche se la Lombardia ha registrato un saldo migratorio negativo di 63.639, è importante considerare la differenza nel numero di residenti. Un confronto interessante è quello con l’Emilia Romagna, una regione simile al Veneto per molti aspetti. Qui, il saldo tra giovani espatriati e rientrati nei dodici anni osservati è stato di poco più di 21.000 unità, con un saldo negativo di 2.188 nel 2023. Anche la Campania, con 5,5 milioni di abitanti, ha registrato un saldo negativo complessivo di 32.800, con 2.802 giovani emigrati nel 2023.
Tra le cause che spingono i giovani veneti a lasciare la loro terra la mancanza di direzioni generali delle grandi multinazionali, che attraggono molte alte professionalità in Lombardia, e un livello di servizi di welfare inferiore rispetto all’Emilia Romagna. Inoltre, l’emergenza abitativa rappresenta un ostacolo significativo. In paesi come l’Olanda, sono stati fatti grandi investimenti per mettere a disposizione dei giovani case a prezzo calmierato, una misura che in Veneto è ancora carente.
Il forte calo dei giovani ha ripercussioni significative sul tessuto socio-economico del Veneto, una tendenza che mette in seria difficoltà la piena partecipazione dell’Italia alle rivoluzioni verde e digitale, abbassa ulteriormente la natalità e riduce la capacità di adattamento del sistema socio-economico ai cambiamenti. Inoltre, diminuisce la nascita di nuove imprese e l’innovazione a essa collegata, scoraggiando gli investimenti delle imprese.
Per invertire questa tendenza, è necessario un intervento deciso da parte delle istituzioni. Paglini ha evidenziato l’importanza di affrontare l’emergenza abitativa, proponendo investimenti per mettere a disposizione dei giovani case a prezzo calmierato. Inoltre, è fondamentale migliorare il sistema dei trasporti, con un sistema di mobilità integrata tra alta velocità e trasporto pubblico locale. Infine, è necessario potenziare i servizi di welfare, in particolare quelli legati alla natalità e al supporto alle famiglie.
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