Città e Paese di residenza: Lima, Perù.

Titolo di studio: Ha frequentato la scuola italiana di Lima Antonio Raimondi e successivamente l’Istituto Femminile dell’Università Cattolica del Perù – Facoltà di Lettere. 

Professione: Artista plastica

Web site: in costruzione

Associazione veneta e/o Comitato Veneto di riferimento:  proveniente da Badia Polesine (Rovigo) è Vicepresidente dell’Associazione Veneti nel Mondo – Perù http://www.venetinelmondo.org/circoli-allestero/

Breve Presentazione:

Fin da piccola mi sono appassionata dell’arte. Frequentavo la scuola “Antonio Raimondi”, suonavo il piano, facevo balletto classico e mi piaceva moltissimo la pittura e il disegno. Vinsi parecchi concorsi scolastici. Finite le scuole superiori, ho iniziato a frequentare l’università: l’Istituto Femminile dell’Università Cattolica del Perù. La facoltà di lettere, però la mia passione rimaneva sempre la pittura.

Comunque devo ricordare anche la mia, ancora oggi amata mamma per avermi sempre appoggiato nelle scelte e soprattutto mio fratello Mario. Quando arrivò dal suo viaggio in Europa, nel ’65, io avevo quasi 18 anni e lui, un giorno, senza dirmi niente, prese due miei quadri e li portò al concorso BELEN DE OSMA. Potete immaginare la sorpresa, quando mi comunicarono che avevo vinto il diploma d’onore.  Gli altri partecipanti erano artisti “veri”, provenienti dalla scuola di Belle Arti di Lima Juan Manuel Ugarte Elespuru. Il presidente della giuria era il Direttore. Quando la mamma seppe della mia vittoria, invitò il Direttore a casa per chiedergli se valeva la pena iscrivermi alla scuola di Belle Arti. Lui rispose di no. Disse che avevo già affinato le mie tecniche personali e la scuola mi avrebbe solo danneggiato. Sempre secondo il suo consiglio, dovevo proseguire con le mi competenze, che erano già ben delineate.

Per me la pittura era vita. Non riuscivo a farne a meno. Dovevo dipingere tutto il giorno e siccome l’acquisto dei materiali era molto costoso, iniziai ad usare le terre mescolate con la chiara d’uovo, lo zinco e la ceralacca. Facevo molte mescole, usavo anche la cartapesta. I materiali costavano poco e potevo lavorare continuamente, senza fermarmi. Dopo un anno dal suo arrivo, Mario, mio fratello, mi comperò un’automobile ed anche i colori “veri” per dipingere. Per me è stato come un secondo padre.

Dai 23 anni ho iniziato ad andare in Italia. L’ho visitata otto volte per circa venti giorni, ogni viaggio, e sono riuscita a vederla quasi tutta.

Venendo ai giorni nostri vorrei spiegare qualche mia sensazione che metto nelle opere. Lavoro molto sull’unità nella diversità. Esprimo il mio modo di sentire. Ritengo che le persone siano sparse nel mondo, ma facciano parte di un tuttuno. L’arte è il modo principale per risvegliare la sensibilità del mio essere, la mia interiorità. L’io, che alla fine è uno solo. L’arte fa svegliare la sensibilità verso la natura e verso se stesso. Tutto è dentro Dio e Dio è dentro tutto. L’ispirazione nasce quando vedo qualsiasi cosa, una scena ad esempio e dopo un po’ ho il pennello in mano.

Mi esprimo anche con le maschere. Ho iniziato nel ’96 dopo essere stata a Venezia. È ironicamente divertente, chiaramente la maschera che tutti indossiamo, mi piace metterla per poterla togliere. Ora ho iniziato a lavorare sul cinismo, sui valori che la maschera rappresenta. mi appassiona anche la scultura, lavoro con l’argilla.

Vorrei trasmettere un messaggio all’umanità che, secondo me, è artista e creatrice, tutti abbiamo la capacità intrinseca di creare e consiglio che ciascuno si dia un’opportunità di scoprire un campo dell’arte, nei modi e nei tempi che ritiene. (Tratto dal libro “Destinazione Perù”, di Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin)


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