(ANSA) – ROMA, 8 NOV – Le origini del vino, e il futuro del vino si intrecciano nella Tenuta Planitia a Lison Portogruaro (Venezia) dove, tra i fiumi Lison e Loncon sorge un raro bosco di pianura e una azienda vinicola biologica con un patrimonio enologico storico, viti di tocai e uve autoctone dei primi Novecento, con qualche esemplare persino del 19/mo secolo.
Nel mondo di Bacco ciò significa andare a ritroso di molto, incontrare una sorta di Jurassic Park delle uve. L’attuale proprietà oggi conta 190 ettari di cui 100 a vigneto, 50 a seminativo e sei di fabbricati storici e non. In questo fondo è stata trovata una statuetta di Diana cacciatrice che poi è diventata il logo in etichetta. Anche i pali di acacia testimoniano che l’impianto risale al 1943: oggi non si usano più e questo sistema di allevamento d’antan si è preservato perché la precedente proprietà viveva la viticoltura come passatempo, o non come una vera e propria attività professionale.
A dare un futuro a questo scrigno di biodiversità il Psr, Programma di Sviluppo rurale promosso dalla Regione Veneto che ha permesso interventi a favore della coltivazioni bio, e una gestione dell’acqua in chiave di green economy, mettendo poi le basi per un programma aziendale di sub irrigazione sotterranea che centellinando l’acqua consente un maggiore equilibrio con il delicato bacino circostante. Lucio Tessari, amministratore unico di Tenuta Planitia ed enologo di cantina, afferma che ”grazie alla presenza di uve Tocai Friulano, Pinot grigio, Pinot nero e una sperimentazione di un vitigno resistente, Palava, non siamo Prosecco-dipendenti. L’azienda è nata solo nel 2016 ma ha delle vigne che possono raccontare una storia antica che oggi consente un ripopolamento incredibile. Facile incontrare qui caprioli, fagiani e lepri allo stato brado. Ma è il salto nella storia quello che emoziona di più: nel cassone padovano – sottolinea Tessari – ogni vigneto evoca, con le stesse uve maritate in uso in età etrusca, storicità. Come si respira nella villa che racconta di una mezzadria che in questo perimetro di 7,5 km è finita solo nel 1982”.
In tre anni di attività, anche grazie al sostegno programmatico del Psr regionale, Tenuta Planitia, che ha messo a segno la prima vendemmia nel 2017, ha saputo ottenere bei riconoscimenti della critica enologica raddoppiando la produzione a 30 mila bottiglie già nel 2018. Dal punto di vista commerciale, secondo Flavio Buratto, marketing e sales manager, ”i calici biologici devono puntare sui mercati del Nord Europa dove trovano la giusta valorizzazione. L’Italia deve ancora scoprire questa ricchezza”. (ANSA).
Tratto da: http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/vino/2019/11/08/vino-veneto-custode-del-jurassic-park-delle-uve_cac662ec-1160-4e70-a4a5-b2bb368fdf41.html
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